Galà del calcio
Nicoletta C., della classe 3B, è stata premiata al concorso giornalistico organizzato per le scuole da Giornale di Vicenza, Associazione Italiana Calciatori, Unione Stampa sportiva e Ufficio scolastico provinciale. La cerimonia si è svolta lunedì 22 novembre al teatro Comunale di Vicenza, nel corso del Galà del calcio triveneto. Salita sul palco tra il presidente del Tribunale, Alberto Rizzo, ed il prefetto Pietro Signorello, Nicoletta non ha tradito alcuna emozione durante l’intervista con il direttore generale dell’Aic, Gianni Grazioli, che le ha profetizzato un futuro da giornalista.
In allegato le foto della cerimonia e il tema di Nicoletta.
Traccia n. 5 -SEMPRE UNO/A A SALIRE SUL GRADINO PIU’ ALTO DEL PODIO. ARRIVARE SECONDI, TERZI O ADDIRITTURA QUARTI (ALLE OLIMPIADI, LA COSIDDETTA MEDAGLIA DI LEGNO) E’ UNA MEZZA DELUSIONE? CONTA SOLO VINCERE? VALE SOLO PER LO SPORT?
La nostra vita è costantemente piena di delusioni, che siano provocate dall’amore, dalla scuola o anche dallo sport. E noi non ci possiamo fare niente, dato che la competitività fa parte di noi, ogni singolo giorno. Lo sport spesso è una salvezza per noi ragazzi ed è essenzialmente uno svago, anche se spesso e volentieri è accompagnato dalla competitività, che non sempre è sana. Ogni sportivo, infatti, tende a mettersi in competizione ed a paragonarsi agli altri. Ed è così che molte volte non si accetta che qualcuno di noi sappia fare meglio una cosa.
Certamente quello di diventare i migliori non dovrebbe essere l’obiettivo principale di uno sport, anzi, si dovrebbe prendere l’attività fisica come un piacere da non guastare in questo modo. La competizione molte volte può diventare un nemico della salute mentale, perché rappresenta un modo alterato di dimostrare di essere più bravi degli altri. Di conseguenza lo stress e la pressione non lasciano spazio ai veri e propri motivi per cui si decide di fare sport.
Non arrivare primi è di sicuro un dispiacere per tutti, ma può essere anche un’opportunità per guardare dove si ha sbagliato o dove non si è riusciti ad arrivare e migliorarsi, ovviamente non in modo spropositato.
Ma queste situazioni avvengono solo nello sport? In realtà no, ci troviamo in questi contesti più volte di quanto immaginiamo, quando un nostro compagno risponde ad una domanda prima di noi, quando nostra mamma dà da fare qualcosa a noi e i nostri fratelli, e in moltissime altre occasioni. Questo però non è affatto giusto per la nostra mente, perché tendiamo ad applicare questo pensiero per troppe circostanze e quindi rovinando ogni cosa che facciamo.
Essere una persona sottoposta a molti stress, che si accumulano piano piano, è una delle cose peggiori che possa capitare, perché non si riesce a ricavare nemmeno un momento per se stessi, respirare, dedicarsi un momento di pace. Qualcuno che è di indole competitiva fin da piccolo , è “maledetto” a vita, fin da subito, ed è molto difficile riuscire a togliersi una caratteristica simile di dosso.
L’amicizia, la compassione, la solidarietà e l’aiuto reciproco non sono basilari solo nello sport, ma anche nella vita di tutti i giorni; ed è per questo che le regole delle attività sportive sono un modello da seguire.
Detto questo, è certamente normale, quindi, rimanere delusi per un sconfitta, ma ciò non giustifica i comportamenti negativi assunti, a volte, dai vinti. Ciò conferma quello che ho precedentemente detto: lo sport è puro divertimento condito con un pizzico di sana competizione.